L’IPOCRISIA DI CHI AIUTA IL PROSSIMO

Rilevo una costante ipocrisia nei cosiddetti professionisti della cura.

Persistono nel voler curare le persone conservando disordini nel loro intimo privato.

Ritengo che debba essere questa la rivoluzione indispensabile: può essere in grado di curare il prossimo solo colui che dimostra equilibrio nel proprio intimo, con sé stesso e con gli altri.

Me per primo, sono il primo ad essere costantemente sotto esame, da me stesso e dai professionisti cui mi sottopongo per le revisioni.

Attenzione: la revisione deve farla un professionista differente, non può essere fatta solo da un anziano della stessa disciplina.

Se la disciplina ha degli angoli ciechi, non verranno mai alla luce e le dinamiche resteranno dove si trovano.

Per questo fra i miei allievi ho medici, psicologi, psicoterapeuti ed insegnanti.

Ci si scova reciprocamente le dinamiche.

È inammissibile il cardiologo sovrappeso, lo psicologo frustrato, il Coach tormentato, il medico senza tempo libero per se e per i suoi cari, l’avvocato divorzista senza equilibrio familiare.

La società si basa su professioni colme di ipocrisia.

Attenzione: questo non significa che si debba puntare alla perfezione, ma che è necessaria un’integrità ed un’umiltà tale da impedirsi di perpetrare le proprie dinamiche interiori.

Poiché è ovvio che a livello inconscio il medico, insieme al suo operato, consegna nel corpo del guarito anche il suo vissuto.

Siamo energia, siamo tutti in contatto, siamo permeabili.Immagino un mondo nel quale chi cura gli altri lo faccia consapevole del fatto che tutti quegli altri rappresentano perfettamente il richiamo di aiuto che ha dentro di sé.

Intendo dire che più dentro è grande la voragine del bisogno di aiuto, più l’individuo si sente solo e abbandonato e più grande sarà il suo bisogno di salvare vite altrui.

Salvando gli altri ha l’illusione di salvare sé stesso.

Vorrei che si invertisse la destinazione d’uso.

Salvando se stesso ha gli strumenti per salvare gli altri.

Chi non lo fa, utilizza gli altri per guarire se stesso, inconsapevolmente.

Ne porta via un pezzo.

Il mondo che voglio deve essere contrario.

Sono guarito.

Per questo so come guarirti.

Serve un grande passo di umiltà.

Stefano Scialpi


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